Justin Blog

sobota, 22 września 2007

(this motherfuckin’ world/26)

tra l’altro qualcuno si è dimenticato lì sul mobile azzurro della cucina questa videocassetta di blackout di abel ferrara, che sarebbe questo film che ti spiega quante robe schifose ti possono succedere quando perdi il controllo per davvero, e sto parlando di casini seri, non esattamente come andargli a suonare il campanello a qualche povero coglione alle tre di notte come gigi l’altra sera. il blackout personalmente posso dire che non ce l’ho ancora in repertorio, però si stava considerando come volano via veloci certi ricordi di certe ottime serate, che te ne stai tutto il tempo a fare battute strepitose e interventi magistrali tipo sceneggiatura coi controcazzi e ti sembra magari che stai vivendo qualcosa d’importante o bello o che cazzo ne so e dopo al mattino ti svegli con dentro la testa quella nebbiolina schifosa e quando ti metti a ricordare vengono su a malapena un certo numero di frasi impastate a cazzo, ricordi malcagati che smettono subito di significare, e allora lo capisci al volo che è meglio che lasci perdere, croce sopra, la prossima volta ti ricordi di attaccare la telecamera.
purtroppo c’è da dire che quando bevi molto è una specie di luogo dove vanno a morire i neuroni, come il vertice assoluto della loro carriera di produttori di pensiero, una condizione dove loro capiscono che è venuto il momento di sacrificarsi per il bene della tua serata, e allora con quella mentalità dei samurai si mettono in riga e schizzano verso l’alto prima di disintegrarsi, gli spediscono giù alla bocca la parola giusta al momento giusto, senza bisogno che stai tanto a pensare, l’importante è iniziare la frase e poi lo senti che arrivano da sole le parole a incastrarsi una dentro l’altra, alcune che magari se ne stavano inutilizzate da un paio d’anni in attesa della frase giusta, ripeschi indietro nei recessi del cervello aneddoti, nomi, date, volti di terzini scadenti, frasi a effetto di qualche intellettuale cazzone che ha bruciato la sua vita dietro qualche libro di merda oppure un paio di sequenze di qualche film come si deve che mentre le racconti te le immagini che si disegnano dentro ai cervelli di tutti gli altri. questo mi immagino che fanno i neuroni inzuppati di alcol, sprintano sul finale appena di prima di esplodere, così sei dietro a dire qualche cazzata e ti viene in mente che lì dentro ti sta bruciando qualcosa, magari il ricordo di una volta che ti sei pisciato sotto da bambino o qualche nozione che al liceo per impararla eri stato giù a farti il culo tutto il pomeriggio. vale comunque la pena una volta ogni tanto di fare un po’ di spazio in archivio.
certe volte mi piace venirmene in camera e piantarmi qualcosa in cuffia per sentirla risuonare al massimo dello splendore. l’altra sera dopo che gli avevamo dato fondo al vino del kaiser, un merlot friulano del discount che bevevamo sempre nell’altra casa, mi sono messo su un vecchio pezzo di mobb deep che mi pare che racconta di certi negri che vorrebbero stendere mobb deep ma se ci provano soltanto mobb deep li stendono prima loro. prima di tornare di là ho dovuto aspettare il pezzo quando prodigy dice this is the motherfuckin’ start of your ending. quando sono così ho bisogno di sentire il beat altrimenti non decollo, come quei poveracci che a forza di pervertirsi in tutti i modi se non gli frusti il culo non gli viene duro, allora pure io quando sono mezzo andato senza bassi e senza battito non mi funziona niente. dopo quando ritorniamo dal nostro giro whisky, una pisciazza pirlandese senza lode né infamia, siamo lì che parliamo della natura del cinema come succede tutte le volte che viene a casa mia questo ragazzo biondo che se ne sta seduto dall’altra parte del tavolo. le birre le avevo messe in fresco al mattino perché lo sapevo già che a gigi prima di atterrare il culo sul materasso gli piace sempre spararsi nel gargarozzo ancora qualche centilitro di quella broda germanica che funziona come una specie di benzina super per questo fiume di cagate che saltano fuori veloci dalle bocche, robe di un certo spessore che quei merdaioli da cinquemila al mese che te le dovrebbero insegnare all’università non le riuscirebbero a mettere insieme neanche nei loro sogni più inconfessabili. meglio non pensarci a queste robe, molto meglio infilarsi senza fare casino dentro a questo letto dove c’è già dentro la mia signora che dorme con la tele accesa, al mattino la sento nel buio che mi dice di aprire la finestra quando mi alzo che nella stanza c’è puzza di ubriacone.
di tutte le robe che potevano affogarmi nel cervello mi è rimasta a galla questa frase di lei che mi diceva che aveva voglia di ascoltare un po’ di reggae. mi infilo sotto la doccia e tempo di asciugarmi sono per strada alla ricerca di una doppia raccolta della trojan con dentro un sacco di classici dimenticati che avevo visto in giro l’altro giorno. il doppio l’hanno venduto a qualcun altro sabato scorso, recupero un’altra compilation selezionata dallo stesso tipo con dentro delle robe giamaicane che in qualche modo centrano col punk, non chiedermi cosa. si vede subito che è felice, come si vede subito quel filo sottile di delusione quando si rende conto che qui dentro è pieno di basi elettroniche e dub dall’inizio alla fine, un attimo troppo cupo per i suoi gusti secondo me. sicuro che riparo nel fine settimana con qualcosa di più classico, peter tosh o jimmy cliff magari.
alla fine della storia non mi posso lamentare, che con davanti una giornata comatosa come questa qua non puoi domandargli al signore niente di meglio di un’ora abbondante di bassi pulsanti e quest’andatura narcotica che ti massaggia i nervi, magari insieme a un paio di bicchieri di qualche pastiglia effervescente per lenire i sintomi parainfluenzali della risacca.

atroC.T.X.Z.B.tion

Trasferimento File
Imparate a trasferire un file (ad esempio .jpg) sul server da una form html e scrivete 2 lucidi che descrivano il procedimento. Il vincitore potrà poi fare 15 min. di lezione sull'argomento! IL vincitore guadagna anche 2 punti.


Realizzate una JSP di Wiki
La JSP deve avere due modalità di accesso:
wiki.jsp?print=1
In cui semplicemente visualizza l'html di cui è composta
wiki.jsp?modify=1
In cui visualizza in una casella di testo (form) l'html della jsp stessa e permette di modificarlo.
Il contenuto modificato può poi essere inviato sul sever tramite un opportuno pulsante
Il server sovrascirve la jsp con le nuove informazioni.
Il vincitore guadagna 3 punti!

SATIRA PREVENTIVA

C'è un ateo in toga al citofono

di Michele Serra
Solo la rivendicazione di una forte identità può salvare i cattolici dal relativismo. Ecco il decalogo per le altre comunità che non vogliono essere da meno
Secondo il pensiero del cardinale Giacomo Biffi e il magistero di papa Ratzinger, solo la rivendicazione di una forte identità può salvare i cattolici dal relativismo, ribadendo in ogni istante della propria vita privata e pubblica la propria fede e i propri convincimenti etici. Sull'esempio dei cattolici, e per non dare la cattiva impressione di essere meno determinati dell'esprimere la propria identità, ecco alcuni consigli per alcune delle altre comunità presenti nel nostro paese.

Atei Il buon ateo dovrà far notare ogni giorno ai vicini di casa che Dio non esiste, citofonandogli e imponendo che l'argomento venga messo all'ordine del giorno durante le riunioni di condominio. In ascensore, piuttosto che divagare con le consuete chiacchiere sulle condizioni meteorologiche, dovrà avvertire il vicino di pianerottolo che, dopo la morte, egli si dissolverà nel buio eterno, senza speranza. Per non correre i rischi del relativismo, qualora suonassero le campane della chiesa di quartiere, dovrà affacciarsi alla finestra intonando canti priapici o dionisiaci, ribadendo così la propria totale estraneità al culto cattolico. L'ateo davvero attento alla propria identità culturale non si limiterà a non battezzare i suoi figli, ma disturberà attivamente il battesimo dei figli altrui, distraendo il prete con argomenti divaganti. L'abbigliamento consono all'ateo è la toga indossata alla Seneca, facendo però attenzione, nelle ore di punta, a non impigliarsi nelle porte della metropolitana.

[...]

Comunisti Con barba e capelli lunghi (se si è calvi, con il pizzo alla Lenin), il vero comunista dovrà salutare con il pugno chiuso anche quando entra dal panettiere. In ogni momento della sua giornata dovrà onorare il marxismo scientifico fermando i passanti e facendogli domande a bruciapelo sulle differenze tra struttura e sovrastruttura, sgridandoli severamente qualora fossero impreparati. Anche se cammina da solo sul marciapiede, assumerà un atteggiamento da corteo, scandendo slogan e inalberando un cartello. Avrà 'l'Unità' e 'il manifesto' nelle tasche del giaccone, ripiegati in modo che le testate siano sempre visibili, e un saggio Einaudi o Laterza sempre aperto davanti a sé, anche guidando. Sul tetto della macchina il buon comunista avrà un megafono con il quale annunciare il luogo di concentramento di tutte le prossime manifestazioni, anche estere.

[...]

L'articolo completo è disponibile sul sito dell'Espresso.

Roma - "Ho scelto di distribuire la mia musica sotto licenza Creative Commons perché è un'opportunità per conoscere e per dire: io ci sono", questa è una delle tante risposte ottenute da Punto Informatico indagando tra le migliaia di musicisti indipendenti che hanno scelto siti che distribuiscono musica con modalità alternative, nuove piattaforme per farsi sentire, per conoscere altri artisti e per ottenere subito il feedback degli appassionati di musica.

Dalle prima indagine appare anche evidente che se qualcuno sceglie le licenze CC perché simbolo del copyleft e di un nuovo modo di fare cultura, altri la vedono esclusivamente come una opportunità: la CC ben si adatta a nuovi modelli di distribuzione. Non è un caso se pressoché tutti si dicano fin qui soddisfatti dei "jukebox" in CC, spesso vissuti come uno dei più importanti ma non l'unico mezzo di interazione con gli appassionati di musica in rete.

Di tutto questo Punto Informatico ha parlato con numerosi musicisti, qui si raccolgono le risposte che ci hanno fornito Danilo Taddei, iscritto alla SIAE da 10 anni e solo da poco nel mondo della distribuzione alternativa nel quale ha portato tutti i propri lavori, Antonio Sacco, DJ dal 1981 che gradualmente è passato alla produzione grazie alle nuove tecnologie, e Djblaster AKA Danilo Sanfilippo che si dedica quotidianamente alla musica, la sua principale forma d'espressione.

Punto Informatico: Distribuire sotto Creative Commons attraverso piattaforme alternative. Cosa ritieni di aver guadagnato da quest'esperienza?
Antonio Sacco: Ho pubblicato il mio materiale da poco, in quattro giorni in linea una quarantina di persone hanno cominciato a scaricarlo e a condividerlo, più un blog che mi ha recensito, quindi tutto per ora è positivo, è il mondo che ti segue e ti osserva. Sono rimasto molto stupito del successo che ho avuto. Per adesso lo faccio solo per capire qual è il feedback degli ascoltatori, non c'è ancora l'ambizione di fare business. Anche se già si sono fatti avanti un paio di grossi distributori per mettere in commercio le mie cose, e questo mi sorprende in maniera positiva, perché chi ascolta c'è! Invece con la precedente distribuzione trovavo solo una parte dell'attenzione da parte della gente, e per chi fa musica l'obiettivo numero 1 è farsi ascoltare.

Danilo Taddei: Di guadagnato niente, ma tanto nemmeno mi ci sono informato, tanto devo comunque fare un altro lavoro... Il nome è girato un po' poco, ma ho avuto contatti con persone che hanno fatto dei podcast (poi bisogna pure valutare la validità di quello che faccio) ma mi sembra ancora poca cosa... Però devo dire che l'idea è bellissima e funziona benissimo... Si vede che c'è un lavoro grosso dietro. Poi loro (le piattaforme distributive, ndr.) hanno operatori interni, ti mandano i consigli, ti chiedono di fare ascolti, c'è insomma tutto un movimento interno.

Danilo Sanfilippo: È andata molto bene! Basta chiedermi formalmente il permesso di utilizzo e il pezzo puo' girare senza dover pagare alcunché. In più il mio nome è girato molto soprattutto grazie a Jamendo e a tutti i podcaster che trasmettono canzoni esclusivamente CC (come nissardo e paolo bianchi). Ci ho guadagnato di sicuro la possibilità di girare in vari podcast formalmente senza alcuna burocrazia e mi sto facendo anche tanti amici competenti. Però ancora non ho avuto alcuna sovvenzione.

PI: Che piattaforme utilizzi per veicolare la tua musica?
Sacco: Per ora siti come Jamendo e sto per contattare anche Magnatune. Volevo lasciare anche a loro le mie cose. Poi la mia prossima idea è di prendere uno spazio su MySpace e vedere che succede, ma non ho troppa fretta anche perché Jamendo mi sta sorprendendo in maniera positiva.

Taddei: Prima mettevo gli mp3 sul sito e chi voleva se li scaricava, poi con Jamendo ho trovato un modo per inquadrare la cosa, ti prendi la licenza CC, ti danno il lettore da mettere sul blog e poi ti consentono di mettere file in formato Wav e non MP3, che ha una qualità migliore. E poi il player è comodissimo. Certo, vorrei affiancare anche una distribuzione più tradizionale ma le radio indipendenti accessibili come Radio Città Aperta sono pochissime, per cui adesso sto iniziando a pensare ad altri canali come MySpace e cose così, ma se dietro non hai spinte più forti è difficile.

Sanfilippo: Conto molto su siti come Jamendo oltre certamente al mio sito personale e a MySpace.

PI: Perché distribuire musica in Creative Commons?
Sacco: Perché adesso usare i canali istituzionali, come si fa di solito, non rende come usare internet. Basta che uno ti scriva una recensione positiva che dietro a lui ce ne sono altri 20 che seguono i suoi consigli: si attiva così un meccanismo piramidale a partire da uno solo. Quindi pure se poco remunerativo dal punto di vista artistico è comunque un mondo fantastico, si raggiungono obiettivi altrimenti irraggiungibili. Poi magari arriva pure il distributore. Prima invece ti dovevi far conoscere, dire cosa proponi...

Taddei: Perché far girare la voce, se ci si organizza il rumore diventa più forte e si spera sempre che i canali che veicolano il rumore lo veicolino davvero e non lo attutiscano. Alla fine è una scelta esistenziale di fruizione libera delle cose, anche perché spesso poi gli introiti di un'artista sono i concerti, gli spot e il CD diventa una cosa minoritaria.

Sanfilippo: Perché il diritto d'autore come è concepito è vecchio e mina la creatività degli artisti emergenti, oltre ovviamente a fermare la libertà di conoscenza ed espressione. La licenza che ho adottato per esempio prevede che venga riconosciuto il merito dell'artista, che non si usi l'opera per scopi commerciali e che si distribuiscano eventuali opere derivate con la stessa licenza. Ho scelto questa perché sposa perfettamente la mia filosofia sulla distribuzione musicale, la proprietà intellettuale vista in modo tradizionale è troppo costrittiva e restrittiva, troppe clausole e burocrazia, la musica va suonata e fatta girare senza intermediari se non l'artista stesso.

PI: La tua è stata una scelta ideologica o di opportunità?
Sacco: Entrambe, le metterei al 50%. È ideologica perché pur mettendo a disposizione i miei brani gratis ho comunque i miei diritti e se qualcuno tra quelli che ascolta trova un sample interessante e lo vuole usare me lo deve chiedere, né si possono fare download commerciali. Ed è opportunista perché voglio farmi conoscere da gente che non avrei mai raggiunto, anche in giro per il mondo. Certo se poi devo dire quanto è costato e quanto ricavo non ha senso dirlo, è il momento di pazientare e vedere se con il tempo questo fenomeno fa il suo corso e c'è qualcuno che prende ciò che metto in rete.

Taddei: Entrambe, perché io da sempre faccio il download gratuito dal mio sito e perché poi mi conviene mettere in linea una cosa finita e con una licenza. È una cosa che ti aiuta ad organizzare tutto il materiale.

Punto Informatico: Hai avuto altre esperienze di distribuzione musicale oltre a quella in CC?
Sacco: Sì, ho fatto i primi due album in maniera istituzionale passando per i negozi e tramite un piccolo centro di distribuzione del centro Italia. Ho messo in piedi un po' di copie, poi date in conto vendita a questa distribuzione ed è andato discretamente, niente di esaltante. Mentre l'esperienza che sto avendo è molto positiva perché il download gratuito è una possibilità in più di aumentare i contatti.

Taddei: Solitamente finito il CD comincio a mandarlo in giro sulle radio e sui canali che ho modo di contattare. Su siti come Jamendo in un giorno fai tutto, mandi, pubblichi, fai la licenza CC ed è tradotto in tante lingue e non ho mai avuto problemi di nessun tipo.

Sanfilippo: no, a parte aver distribuito senza alcuna licenza per i primissimi tempi, ho sempre usato la CC.

PI: L'obiettivo finale rimane comunque la distribuzione tradizionale?
Taddei: Certo uno vorrebbe come lavoro dedicare le giornate a quello che ti piace e non fare l'idraulico dalla mattina alle 7. Quando suoni è perché non potresti non suonare. È ovvio che l'obiettivo è viverci, ma un musicista che vuole fare roba originale può anche morire nell'attesa di emergere, io ho 36 anni e conosco anche altri musicisti ma alla fine nessuno va da nessuna parte: c'è chi apre la scuoletta, chi trova altri stratagemmi...
Non so dire se può reggere da solo o essere solo un trampolino. All'atto pratico non me n'è venuta una lira.

PI: Secondo te quello dei Creative Commons è un modello che potrebbe favorire anche i grandi musicisti?
Sacco: È un quesito al quale ha risposto bene il mentore dei Talking Heads, disse che effettivamente la musica deve essere gratuita e renderla gratuita non esclude la possibilità (un domani) di mantenere i diritti e il giusto guadagno per l'artista. A pagamento devono essere i modi di proporre musica dal vivo che è l'essenza dell'artista.

Taddei: A loro potrebbe sicuramente convenire, ma il problema ormai è che la veicolazione non ha più voce in capitolo nel budget, è tutto promozione: 30 secondi in prima serata constano mezzo miliardo. Poi è ovvio che un artista che invece ha già un nome con il peer-to-peer potrebbe anche ottenere un bacino di utenza infinito. Siamo in una fase di mezzo, non ancora del tutto in Internet, stiamo tutti con un piede dentro e uno fuori, non del tutto convinti.

Sanfilippo: Grande musicista significa spesso grande fatturato e a quei livelli è difficile privarsi di una tutela. Quindi per il momento credo non convenga, dobbiamo aspettare che i giovani di oggi che suonano free diventino grande musicisti, probabilmente a quel punto sarebbe fattibile.

da PUNTO INFORMATICO del 4/06/07

(foto: Mauro Nervi)
Genova (Italy)
Campopisano: scendi per i vicoli sentendo i rumori dei tuoi passi

Da un sondaggio di TV Sorrisi e Canzoni, viene fuori che, nel mese di ottobre, la donna più amata tra quelle dello spettacolo è Cristina Chiabotto. Non ho messo la foto di questa ragazza, peraltro bellissima, per il semplice motivo che mi interessava di più mostrare quella della più famosa (sempre secondo il solito sondaggio), Martina Stella.
Della prima, ex Miss Italia, c'è poco da dire, se non che ha una dizione fantascentifica e la simpatia da Iena, pari a quella della Palombelli dentro il Gabibbo. Si sforza, sicuramente si da da fare e si vede, purtroppo i risultati sono quelli che sono, anche se secondo la rivista, per noi italiani è una specie di idolo.
Tuttavia, mi voglio soffermare sulla giovane Martina Stella.
Non so se vi è capitato di buttare un occhio o un orecchio, alla fiction che sta andando in onda in questi giorni, "La Freccia Nera". A me è capitato, spippolando il telecomando, ed ho avuto la netta percezione di assistere a uno dei doppiaggi di film famosissimi, da parte di Riccardo Pangallo.
Non si po' sentì, cerca di parlare in italiano corretto, ma le viene la vocina e l'accento emerge sempre prepotentemente in ogni minima frase. Non per essere pignola, ma non è credibile, è bella come non so cosa, ma per favore, fatele tante foto, e ditele di non parlare. Mai e per nessun motivo, perlomeno davanti a una telecamera.
Eppure è la più popolare del mese di ottobre, tutti hanno parlato di lei, sta per andare in onda un'altra crudeltà nei confronti suoi e nostri (leggi: fiction), e ha in progetto di interpretare Patty Pravo per Canale 5.
Ho dedotto da tutto ciò, che il mio pensiero nonchè giudizio, è molto poco attendibile.
Io la spedirei a fare la commessa al Centro Commerciale di Campi Bisenzio, però la sua carriera è in ascesa e i contratti le piovono addosso come niente.
La vocina è irrilevante, l'accento anche, ma se abbiamo visto Dalida della Ferilli, parlare in romanesco, ci accontenteremo anche di vedere Patty Pravo della Stella, che parla in fiorentino.
Miracoli della fiction.



L'ALTRO GIORNO....

avevo deciso che era giunta l'ora. avevo deciso che così non poteva più andare avanti, e che la cosa necessitava di un rimedio veloce e cruento alle mie pene. non potevo più reistere a questo ritmo incessante fatto di dolore lancinante e senza fine di uno scopo mai raggiunto.
ho deciso che dovevo orre un termine alla situazione nell'unico modo che sapevo avrebbe risolto tutto.
ho preso il coraggio con le mani e sono andato al mcDonald più vicino e mi sono mangiato ( davanti agli occhi esterrefatti della mia ragazza ) tre cheese burger, due Bigmac, 9 chiken mcnuggets, 2 porzioni di onion Rings e una porzione medium di patatine.
purtroppo sono ancora vivo per raccontarlo. avevo solo una fame tremenda dopotutto. ma a tutto c'è un limite.

Oggi voglio postare in maniera didattica, voglio cioè descrivere brevemente gli acronimi maggiormente usati in era Web2. Nessuna pretesa ma solo un pò di facili spiegazioni (tanto per fare bella figura con l' amico "smanettone").

tutte le voci elencate di seguito sono tratte da Wikipedia, la grande (e libera) enciclopedia online...

Gli acronimi ormai sono prassi comune su internet e conoscere i principali non è compito dello specialista, ma ormai di ogni buon navigatore, quindi buona lettura:


ASP

Active Server Pages (Pagine Server Attive, in genere abbreviato in ASP) sono pagine web contenenti, oltre al puro codice HTML, degli scripts che verranno eseguiti dal server per generare il codice HTML da inviare al browser dell'utente (proprio per questo vengono in genere definite pagine web dinamiche).

CSS
I fogli di stile a cascata (dall'inglese CSS Cascading Style Sheet) sono un insieme di raccomandazioni redatte dal W3C (World Wide Web Consortium) per definire l'aspetto delle pagine HTML e XHTML.

HTML
HTML (acronimo per Hyper Text Mark-Up Language) è un linguaggio usato per descrivere i documenti ipertestuali disponibili nel Web. Non è un linguaggio di programmazione, ma un linguaggio di markup, ossia descrive il contenuto, testuale e non, di una pagina web. Punto HTML (.html) o punto HTM (.htm) è anche l'estensione comune dei documenti HTML.

XHTML
XHTML (eXtensible HyperText Markup Language) nasce ufficialmente il 26 gennaio 2000...

XML

XML è l'acronimo di eXtensible Markup Language, ovvero linguaggio estensibile di marcatura dalle proprietà, ed è un linguaggio simile, strutturalmente, all'HTML.

PR
Il PageRank è un indice di importanza che Google attribuisce a ciascuna delle pagine archiviate. L'indice di importanza di una pagina viene calcolato in base al numero di link sul Web che puntano ad essa e all'indice di importanza delle pagine che offrono il link.

RSS
RSS (acronimo di RDF Site Summary ed anche di Really Simple Syndication) è uno dei più popolari formati per la distribuzione di contenuti Web; è basato su XML, da cui ha ereditato la semplicità, l'estensibilità e la flessibilità.

SEO
Con il termine search engine optimization, spesso abbreviato con l'acronimo SEO, si indica l'insieme di attività svolte per migliorare il posizionamento di un sito Web nei risultati forniti da un motore di ricerca.

SERP
L'acronimo SERP (Search Engine Report Page) indica l'elenco nel quale un dato motore di ricerca mostra i risultati di una ricerca effettuata attraverso il suo uso.

Questi sono alcuni (i principali) dei termini, tenete d' occhio questo post che non mancherò di aggiornare...

In una delibera della Giunta comunale della passata estate (Deliberazione n. 410: Rimodulazione del sistema tariffario relativo al rilascio dei permessi accesso alle Zone a Traffico Limitato) sono stati previsti gli aumenti delle tariffe per l’accesso nelle zone di Roma a traffico limitato (ZTL).

L’avvio è molto formale e quasi aulico.
L’anno duemilasei, il giorno di sabato ventinove del mese di luglio, alle ore 8,45, nella Sala delle Bandiere, in Campidoglio, si è adunata la Giunta Comunale di Roma, così composta:

1 VELTRONI WALTER ........................... Sindaco
2 GARAVAGLIA MARIAPIA ................ Vice Sindaco
3 BORGNA GIOVANNI .......................... Assessore
4 CALAMANTE MAURO ....................... Assessore
5 CAUSI MARCO ................................... Assessore
6 COSCIA MARIA .................................. Assessore
7 D’ALESSANDRO GIANCARLO ........... Assessore
8 DI RENZO LIA .................................... Assessore
9 D’UBALDO LUCIO ALESSIO ............... Assessore
10 ESPOSITO DARIO ............................. Assessore
11 GRAMAGLIA MARIELLA ................ Assessore
12 MILANO RAFFAELA ....................... Assessore
13 MINELLI CLAUDIO ......................... Assessore
14 MORASSUT ROBERTO ..................... Assessore
15 POMPONI DANTE ............................ Assessore
16 RIZZO GAETANO ............................. Assessore
17 TOUADI JEAN LEONARD ............... Assessore
Nelle prime pagine si ricostruisce la storia delle zone ZTL, ricordando alcuni nodi salienti.
“Negli ultimi anni la S.T.A. S.p.A. prima e l’ATAC S.p.A. ora, di concerto con l’Amministrazione Comunale, ha provveduto ad una sistematica e puntuale revisione dei servizi di rilascio dei permessi e delle informazioni tramite una semplificazione amministrativa, che ha portato al rilascio a vista dei contrassegni, alla loro consegna a domicilio, al collegamento delle banche dati degli Uffici per la verifica delle posizioni anagrafiche e della proprietà dei veicoli, al rilascio dei permessi via WEB e via contact center senza l’obbligo per l’utente di presentarsi allo sportello al pubblico” (p. 2).
Il monitoraggio dei flussi veicolari è costante dal 2001, anno di attivazione del sistema IRIDE.
“Eventuali modifiche al sistema debbono comunque garantire il reale ed effettivo perseguimento dell’interesse pubblico connesso al contenimento del flusso veicolare all’interno della Z.T.L., alla riduzione dell’inquinamento atmosferico nonché alla valorizzazione del patrimonio storico ed ambientale” (p. 2).
E ancora: “l’Amministrazione Comunale intende adeguare il sistema di regole per l’accesso per la Zona a Traffico Limitato con l’obiettivo di ridurre ulteriormente i carichi inquinanti dovuti ai flussi veicolari all’interno del centro storico e favorire lo split modale a favore del trasporto pubblico” (p. 3).
All’inizio di pagina 4 è consultabile una tabella con le categorie aventi titolo al permesso, ed i relativi costi e la loro durata.
Con qualche eccezione le categorie si dividono tra il pagamento di 324,49 e 32,70 euro (per 1, 2 o 3 anni).
Tra i primi si trovano: rappresentanti di commercio, servizio di vigilanza ed investigazione, giornalisti freelance, sistema dell’informazione, sistema bancario ed assicurativo, organi costituzionali, enti pubblici o a partecipazione pubblica, partiti politici, associazione imprenditoriali, sindacati, ordini professionali, permessi approvati dalla commissione, domiciliato con settore, alberghi con settore, residenti dal terzo permesso, amministrazione centralo dello Stato, sistema giurisdizionale, sistema delle autonomie locali, aziende sanitarie locali e aziende ospedaliere, Banca d’Italia, sistema universitario e della ricerca scientifica.
Quelli che invece pagano soltanto 32,70 euro sono: servizi tecnologici, operatori in pronta disponibilità, medici convenzionati, Vaticano, carico scarico merci, artigiano con laboratorio nella ZTL, autofficine ubicate in ZTL.
In una fascia di prezzo intermedia (97,25 euro) si trovano il transito scolastico e il lavoratore notturno con settore e con orario.
Dopo questo elenco (che ho riportato quasi integralmente) si legge una ulteriore e interessante premessa: “la modifica dell’importo delle tariffe dei permessi costituisce, oltre che l’adeguamento all’andamento dell’inflazione dal 1996 ad oggi, anche un elemento di regolazione della domanda dei titoli autorizzativi e conseguentemente anche degli accessi alla Zona a Traffico Limitato, coerentemente con gli obiettivi di fluidificazione del traffico, salvaguardia ambientale e del patrimonio storico; […] la modifica delle tariffe interessa tutte le categorie di utenti” (p. 4, il corsivo è mio).

Digerita questa lunga premessa si giunge al fine della Delibera comunale: “la revisione delle tariffe e della durata di validità dei permessi (12 mesi a partire dalla data di rilascio), come di seguito riportato” (p. 5).
Rappresentanti di commercio, servizio di vigilanza ed investigazione, giornalisti freelance, sistema dell’informazione, sistema bancario ed assicurativo, organi costituzionali, enti pubblici o a partecipazione pubblica, partiti politici, associazione imprenditoriali, sindacati, ordini professionali, permessi approvati dalla commissione, domiciliato con settore, alberghi con settore, residenti dal terzo permesso, amministrazione centralo dello Stato, sistema giurisdizionale, sistema delle autonomie locali, aziende sanitarie locali e aziende ospedaliere, Banca d’Italia, sistema universitario e della ricerca scientifica: 550,00 euro per un permesso annuale (ne pagavano 324,49 per 1, 2 o 3 anni).
Servizi tecnologici, carico scarico merci, autofficina ubicata in ZTL e Vaticano, da privilegiati (pagando soltanto 32,70 euro) si vedono aumentare il costo in modo smisurato: 550,00 euro. Considerando che per alcuni da un pagamento triennale si è passati a quello annuale, l’aumento è ancora più oneroso.
Rimangono a 55,00 euro: operatori in pronta disponibilità, medici convenzionati, artigiano con laboratorio in ZTL (primo permesso), e i residenti al primo permesso.
Seguono informazioni di natura tecnica e di altro genere. L’efficacia della delibera in oggetto era prevista a decorrere dal 1 gennaio 2007.

Reazioni?


Monica Bellucci nasce il 30 settembre 1964 in Umbria a Città di Castello(PG). Dopo la maturità classica si iscrive a giurisprudenza con l'intenzione di diventare avvocato, ma il suo ingresso nel mondo della moda, attività cominciata con l'intento di pagarsi gli studi, la assorbe fin da subito in una molteplicità di impegni. Nel giro di un paio di anni, insomma, è costretta a lasciare l'università per dedicarsi a tempo pieno alla sua carriera, che prende il volo nel 1988 quando Monica si trasferisce a Milano per essere arruolata nella famosa agenzia "Elite", conquistando in breve tempo le copertine delle maggiori riviste di moda. Entra nel mondo dello spettacolo con film anche americani: La Passione di Cristo, Matrix, Under Suspiction,Malena, ecc...
Se la perfezione esiste...lei sicuramente ne ricoprirebbe il ruolo